
di Giorgio De Biasi
Sole quasi estivo stamani al mercato e, in prima assoluta, sui banchi della frutta verdura fanno una grande figura i cestini delle «ciliegie».
Noi eravamo lì, al banco di Hüseyin, pronti a contrattare l’acquisto della primizia quando non abbiamo potuto non sentire una signora, che conosciamo come mamma del Carlo che guida il bus elettrico 43 dell’ATM (Azienda tranviaria milanese) che da Greco arriva fino a Piazza Firenze, dire a quella donna che le stava accanto:
«Beh sai cosa ti dico: anche a me questo Papa mi ha fatto venire la voglia di ritornare in Chiesa per ascoltare la messa.»
Poi la mamma del Carlo ha fatto la spesa e si è allontanata.
«Effettivamente – dice il Marzio – anche a me il Leone XIV mi ha fatto buona impressione. Mi piace anche perché io sono sicuro che, quando uno si commuove, come si è commosso lui mentre era affacciato alla loggia di San Pietro, significa che è una persona che ha dei sentimenti dentro al cuore.»
«E poi – aggiunge Angelo – questo papa ha finalmente parlato di Dio. Della famiglia e della sua importanza invitando tutti al dialogo ed alla comprensione reciproca. Si, credo che Marzio abbia ragione: questo Papa riempirà di nuovo quelle Chiese che con il precedente si erano svuotate.»
«Comunque vada – aggiunge Saverio – si deve riconoscere che è “uno alla mano” un uomo come noi e, guardate, cosa che non è di poco conto: è un missionario. E poi, quando uno si commuove, vuol dire che ha un cuore grande.»
«Va bene. Ho capito – interrompe Stefano – a voi Papa Francesco stava antipatico. Troppo progressista per voi “destrosi”. Troppo politico e poco prete.»
«Ma va là – quasi lo sgrida Marzio – Francesco ha lasciato una Chiesa divisa. Una Chiesa che ha fatto tante parole e pochi fatti. Se sentite un po’ in giro le persone capirete che questo nuovo Papa si è fatto subito piacere alla gente.»
«Beh – dico – mi sembra ancora presto per tutti “tirare la giacca” di Leone XIV tentando di qualificarlo come amico della destra o della sinistra italiana, così come collocarlo fra gli amici e/o nemici di Trump o di Netanyahu, della Russia e/o dell’Ucraina. Una cosa la possiamo però qualificare come positiva. Ovvero la sua decisione di assume il nome di Leone XIV successore di Leone XIII che ha il grandissimo merito di avere scritto uno dei più importanti atti della Chiesa Cattolica ovvero: “La Rerum Novarum” che è un documento fondamentale della dottrina sociale della Chiesa cattolica. Promulgata 15 maggio 1891 affronta la questione operaia e le profonde trasformazioni economiche e sociali dell’epoca, causate da una nascente industrializzazione e dalla concentrazione della ricchezza. Già da allora papa Leone XIII criticava il socialismo dell’epoca, che proponeva l’abolizione della proprietà privata, e difendeva invece il diritto naturale alla proprietà come estensione del lavoro umano. Ancora oggi, Rerum Novarum è considerata un punto di riferimento per la dottrina sociale della Chiesa. Io penso che Leone XIV avrà tempi e modi per sottolineare l’importanza della giustizia sociale, di un trattamento economico giusto. Penso che condannerà lo sfruttamento e promuoverà la cooperazione tra le classi sociali. Invece sono convinto che riporterà il popolo di Dio in Chiesa ad ascoltare la Messa.»
Poi siamo rientrati tutti a casa col cestello delle ciliegie.
NOTA BENE: una antica leggenda di Greco dice che, quando mangi il primo frutto della stagione ed esprimi un desiderio: ebbene quel desiderio si realizza.